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Da uno scritto di Enrico Macioci

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Maggio 2019

 

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Vedo un uomo che cammina.

E' di spalle e cammina lento

nella notte chiara e fredda.

Ha le mani in tasca. Ha paura

di andare avanti, ma non può

tornare indietro. L'ultimo bivio

è troppo lontano ormai, e la 

meta finalmente esiste.

Voci escono dai fiori e dagli alberi,

non c'è luna, solo stelle.

L'uomo pensa che non fermarsi

sia essenziale, e che solo fermandosi

potrà davvero avanzare.

A sinistra c'è un pendio ripido e a destra una valle buia.

Le voci lo minacciano, lo tentano,

lo confondono, ma la notte è

limpida, è come vino misto a latte,

è come lo sguardo di una madre attenta.

L'uomo cammina verso il giorno che sta alla fine della salita.

Piange oro. Il pianto illumina la via.

Non c'è vento, e dietro le voci

c'è il silenzio. Tutto questo mondo

sono io, pensa l'uomo, io che

mi attraverso e mi raggiungo.

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